Oltre un sogno
di Andrea Marotta

Ricordo in età adolescenziale un sogno dettato da quello che comunemente viene definito desiderio inconscio: la mia voglia insaziata e insaziabile di conoscere il nonno che sempre ha invaso la mia mente sia tramite i libri sia tramite i racconti di vita di mia madre Luciana, che hanno metabolizzato in me quello che lui era e che io sono; forgiato un po' dalla vita un po' dalla genetica.
Nel sogno eravamo mio nonno Peppino ed io, facevamo un viaggio in nave e mi sentivo felice e protetto; ad un certo punto sbarcammo e lui salutandomi disse: «E' arrivato il momento di andare».
Piangevo come un bambino; tutti i sogni finiscono, quello che ricordo molto bene è che mi sono svegliato con il cuscino bagnato e un pianto irrefrenabile che è durato molto, forse anche troppo per un sogno, segno di un contatto affettuoso che forse mi ha voluto regalare il nonno.
Da sempre ho avuto il desiderio di conoscere meglio chi fosse il mio antenato e, di riflesso, chi sono per caratteristica genetica. Io, uomo di tecnologia, più volte appellato come "tecnocrate": che "c'azzecco" con la letteratura!
Cosa meglio che legare le due cose, per evitare che Marotta si rivolti nella tomba vedendo un nipote solo "tecnocrate".
Ho cominciato con entusiasmo questo cammino editoriale, contornato da veri professionisti e scrittori, nella volontà di dare al panorama editoriale non solo lettere e parole, stile biblioteca di Babele, ma per lasciare un segno tangibile di quello che sono.
Più precisamente di quello che siamo noi, pregiato e prezioso staff di AM Edizioni Marotta, oltre a quello che Peppino ha già detto, credendo di lasciare qualcosa di buono ai posteri.

L'editore


A quarant'anni dalla morte di Giuseppe Marotta la casa editrice "AM Edizioni Marotta", fondata da Andrea Marotta nipote del suddetto scrittore, decide di recuperare, da una parte un patrimonio culturale rappresentato dalla particolare personalità densa di malinconia e senso dell'umorismo dello scrittore napoletano, dall'altra di provare a riempire uno spazio vuoto, forse uno degli ultimi rimasti liberi, percorrendo un viaggio a ritroso dalla superficie al fondo, come i pescatori di perle. Una difficile apnea nelle acque profonde alla ricerca o recupero di piccole perle che magari tra qualche anno potranno risultare rare o introvabili. Avendo avuto modo per anni di guardare al panorama editoriale italiano, sia come lettori sia come addetti ai lavori, ci si è resi conto che tutto il pieno che ci circonda non è poi così pieno, anzi presenta dei vuoti o falsi pieni che andrebbero analizzati per comprendere cosa fare per salvare un patrimonio fondamentale quale è il libro. In una metafora che forse ci è concessa, perché ci appartiene quanto meno in spirito, ci piace ricordare ciò che Marotta disse alla fine del suo cammino di vita: «Uffà. Che odiosa età è la mia. Ho atteso un centinaio di millenni il momento di nascere e quasi non mi va di attendere per i tre o quattro anni che mi restano da vivere, il momento di morire!».
Egoisticamente o per mero desiderio di apparire molti editori ed autori si sono lanciati in un gioco al massacro, noncuranti degli effetti collaterali, che determinate scelte editoriali avrebbero procurato all'editoria.
Recupero di professionalità e possibilità di dare voce a chi la voce l'ha perduta o non l'ha mai avuta. L'ambizione è quella di tornare a comunicare con tutti i mezzi che oggi abbiamo a disposizione compresa l'interazione artistica per costruire l'alfabeto dei nuovi Sumeri.

 

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