La vela da sempre ha tradotto le leggi del mare: il vento, le correnti, le onde, e le impone. Al mutare delle forze dell'aria e dell'acqua, la vela riceve nuove regole e le trasmette. Ma il mare? Il mare non mostra le sue leggi e la sua direzione. Il mare incanta con la sua voce chi si distrae ad ascoltarlo. Ed in quella voce soave c'è invece tutta la sua amarezza, lo sanno i marinai che da sempre rispettano e subiscono le sue regole, coscienti che forzarle significa perdere. Il mare quale elemento sconfinato senza inizio ne fine , non ha confini è la terra che glieli offre di continuo. Il mare non va in nessuna direzione, perché tutte le direzioni gli appartengono. Il mare s'impone con i suoi regimi dettati dalla presenza del Sole, che fa girare il vento, a mano a mano che la fonte di calore diversamente irrora con angolazione mutata. La vela insegna il rigore, educa i comportamenti in un ordine di convivenza tra l'elemento mare e l'uomo. La sregolatezza geniale in mare è punita, perché altra è l'armonia e l'arte che si vuole raggiungere. La vela ti obbliga all'attenzione costante, a cogliere i salti di vento, le raffiche improvvise. Al timone di una barca non puoi fermarti a riflettere, devi agire nell'immediatezza, cogliere l'istante, saperlo riconoscere, perché già hai riflettuto e già sai quanto è importante essere flessibili e pronti. Devi saper decidere, non puoi rinunciare a farlo. Devi sapere interpretare nel modo giusto le direzioni nascoste che ti vengono offerte e usarle a tuo favore, senza lasciare il tempo che possano andare a tuo danno.
Il vero uomo di mare prefigura gli scenari diversi del proprio futuro e valuta le sue e le altrui capacità, per una sicura navigazione. Non è forse quello che fanno gli uomini costantemente nella vita, per goderne pienamente e non lasciarsi travolgere dagli eventi?

Gli oltremare ci racconteranno anche questo.

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